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ANTOLOGIA
DELLA STAMPA
Estratti
"Posso finalmente morire felice, fra i giovani un
grande, grandissimo pittore: Luigi Granetto. Speriamo che
conservi dentro di se la purezza di una scelta etica che si fa
estetica." - Fortunato
Bellonzi (I1 Tempo 25/11/1986)
"Luigi Granetto vive l'attuale crisi dell'immagine
storica attraverso l'esaltazione delle sue contraddizioni,
amalgamando esperienze linguistiche diversissime, come il gusto
materico di un Burri, si vedano le cornici di stoffa, carta,
materiali plastici, che amplificano il quadro, e il fiabesco
chagaliano di taluni soggetti, come nel bel quadro "Da un
disegno di mio figlio Sebastiano......" - Vito Apuleio (Il Messaggero 25/11/1986)
"....il linguaggio è senza dubbio la pittura di
Luigi Granetto, con i suoi dodici pastelli su carta e su
materiali plastici (Scale e Voli). Qui si avverte, ed è ottimo
presagio se si considerano i risultati finora raggiunti, tutto il
vitalismo di un "fieri" caratterizzato dalla
partecipazione." - Renato Civiello (Il
Secolo d'Italia 27/ 11/1986)
"Rifiutando i mortali recuperi dell'anacronismo, i
furti con destrezza perperuati nei confronti dell'arte del
passato e gli improvvisi ritorni nel passato all'ordine
accademico, Granetto dirige la sua ricerca verso una rivelazione
del mondo che invita l'artista ad apprendere dal vivo ed a
seguire con attenzione e partecipato coinvolgimento l'evolversi
del naturale..." -
Giorgio Trevisan
(L'Arena 17/5/1987)
"....ha iniziato a dipingere il ciclo della Genesi
nel 1986, sette quadri a grandi dimensioni.....dove il racconto
si spiega in un gioco dove l'armonia è data dal grado di
perfezione raggiunto dalla mimesi con il pubblico. Senza cadere
in cedimenti anacronistici, rispettando i valori astratti della
pittura moderna, i quadri della genesi conservano
metodologicamente quella memoria umanistica che si rifà più a
un pensiero analogico che simbolista, un'esperienza non solo
estetica, ma anche etica e filosofica - (Il Resto del Carlino 26/5/1987)
"Alla Steccata è aperta una mostra del pittore
Luigi Granetto, cui è dedicata anche una rassegna
dell'Assessorato alla. Cultura nella chiesa di San Tiburzio dove
sono esposte grandi tele sul tema della "Genesi"; sullo
stesso tema i lavori, di minor formato esposti in galleria. In
occasione delle due rassegne, al Teatro Regio verrà
rappresentata l'opera lirica di Franco Battiato dal titolo,
appunto di Genesi." - Silvia
Evangelisti (I1 Giornale Dell'Arte Maggio 1987)
"....queste tele sono finestre aperte in una notte
d'agosto. I loro colori sono mantelli riavvolti di luce, percorsi
da fremiti e piccoli gesti simili a mille riflessi di cielo. Sono
racconti al minimo, segnati da evanescenze e luccichii lontani.
Non c'è metafora perché qui tutto è intatto, simile al
verosimile, prossimo alla nostalgia e alla trasfigurata
realtà." - Alessandro
Masi (Il libro della Notte - Marotta & Marotta
Napoli 1991)
"...una ventata di epoche che ti carezza / e non
apprezza il fiore e si che ti è / propria la migliore pietra, in
cima / e perciò pronta ad ogni sedimentazione / e utilità la
tiene impassibile, amore / contro amore, e insomma, altare /
unico affinché non si perda il luogo. L'impossibile!" - Giuseppe Battaglia
(Un
Poeta e un Pittore per un Libro, Marotta & Marotta Napoli
1991)
"..-.non pochi giovani rifiutano di bussare alla
porta della Biennale e preferiscono che siano le esposizioni a
fare promozione. E' questa la linea di Luigi Granetto: mostre
curate in ogni. dettaglio e prezzi appetibili per il
collezionismo rivolto ai giovani..." - Paolo Levi (L'Europeo)
"...nella progettualità di Granetto si avverte
ovunque l'ombra di Gian Battista Vico:.Contro la ragione
cartesiana occorre riflettere sulla convergenza tra il vero e il
fatto, ricordando che il mondo della storia è contemporaneamente
artefice e manufatto del destino collettivo e dei suoi
valori." - Riccardo
Notte (Roma 22/5/1992)
"...accanto a queste opere tratte dal Trono Vuoto,
ancora altri dipinti, dove scrittura e segni costellano una
pittura bianca ottenuta per stratificazione e miscele di diversi
colori e materiali. Affiorano cosi, oltre al già citato
Mondrian, altri "amori di Luigi Granetto: De Chirico e
Giacometti, innanzitutto, ma anche Duchamp, cui è dedicata una
vecchia porta "oggetto trovato" interamente dipinta, su
cui il pittore ha realizzato il proprio ritratto intitolandola
" Out of the door" - Giuliana Videtta (Il Mattino
2/6/1992)
"Gli occhiali di Mondrian di Granetto sono una
grande metafora che indica la necessità di avere un cuore nuovo,
uno spirito nuovo.....Abbiamo bisogno di quello spirito che
sospinge la natura a vedere nella realtà visibile ciò che è
invisibile. Gli "Occhiali" sono la natura che coglie e
prende la disponibilità dell'evento, della Grazia come io la
definisco teologicamente. Diversamente se non ci fossero gli
"Occhiali" non si avrebbero occhi per vedere, orecchie
per sentire, mani per palpare, narici per odorare. Gli
"Occhiali" sono il supplemento in più che solo lo
spirito può dare, perché lo spirito non si vergogna di
"aver bisogno"." - Carmine Benincasa (I Quaderni
dell'opera, n.1 1992)
"La galleria l'Opera viene aperta con un artista,
che supera in parte questa definizione e che si pone
all'attenzione del pubblico con uno spirito alquanto innovativo
e, se si vuole, polemico. Luigi Granetto si mette a giocare con
gli occhiali di Mondrian, ed attraverso queste rinnovate visioni
ripercorre gli spazi della pittura e della dimensione della
rappresentazione: è quindi chiaro che tutto diventa un pretesto
di discussione intorno alle probabili visioni di Viet Mondrian:
ma fondamentalmente il sottile immettersi dentro le possibili
conoscenze fa certamente scatenare nuove possibilità ma anche
più reali idee intorno alla contestualità della dimensione
della pittura e della sua ideologia rappresentativa. Una ricerca
che conduce alla chiarezza dei linguaggi e alla loro definizione
con un.percorso che tenta di attraversare le metafore
rappresentative dell'oggettualità, intesa come prodotto e del
significato del discorso mentale che si nasconde dietro la
simbologia della pittura..." - Nicola Scontrino (Il Giornale di
Napoli 4/5/1992)
"La mostra si annuncia con un titolo accattivante:
"A Nord dell'Arte..ovvero, la carta del navigar
pittoresco". Si pensa a un viaggio verso Paesi sconosciuti,
attraverso forme e colori inconsueti, avventurosi. E cosi è. Nei
quadri di Luigi Granetto c'è un'atmosfera vagamente magica. Non
quella,.naif, delle fiabe; quanto, piuttosto, quella assurda e
fantastica dei poemi epici o cavallereschi. Trittici con figure
che sembrano graffiti, grandi tele con geometrie
visionarie..." - Francesca
Bonazzoli ( Il Corriere della Sera)