Luigi Granetto
Giuseppe Giovanni Battaglia
a Genesi

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 poesie di Giuseppe Giovanni Battaglia
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Primo giorno

L'arido regni dov'è terra e l'oscuro dov'è cielo,
luce dia dunque risalto alla mia luce
affinché io possa definire il mio contrario.
Il giorno sia del puro e sia dominio,
la notte del perso nel proprio equivoco.

Secondo giorno

Somma e chiara azzurro le dia senso e generi
sapienza e mancamento. Leggera e passiva
sia principio e patria ma d'essa provenga
perdita e allontanamento. Limpida s'incanti
per nutrizione e torbida avvolga disamore.

Terzo giorno

L'asciutto sia allora attraversato da vene
sotterranee e sorgenti, ma l'acqua sia il mare.
La Terra germogli e sia della sapienza
specchio e deformazione; inferma, sacrifichi
di suo andare per istruimento.

Quarto giorno

Dal sole e la luna consegua generazione
e corruzione. Sia il tempo, e sia una scatola
chiusa dove chiara e torbida è l'aria.
Vengano contati i giorni per innalzamento e caduta
e i luminari mi siano di presidio e mutamento.

Quinto giorno

Vaghino gli animali d'acqua nel molle ventre
della passiva luna e gli animali d'aria
negli antri del sole. A ciascuno il suo
affinché da corrispondenze e dissimilazioni
consegua significato e svotamento.

Sesto giorno

Vengano gli animali dell'asciutto e dimora
abbiano e nocumento. Sia l'uomo e sia Uno,
maschio e femmina affinché abbiano
dominio e mancamento; d'altezze
s'inebrino per emendamento.

Settimo giorno
(sospensione)

M'abbandono, e mi dona altra vaghezza
il perdurare nell'umido e nel secco.