Woody
Allen
Allan Stewart Königsberg nato a New York, 1º dicembre, decidendo di
chiamarsi Woody Allen, in onore del clarinettista jazz Woody
Herman ha passato metà della sua vita dallo psicanalista, a recitare nei
night clubs, a suonare il clarinetto, a sposarsi e divorziare, a
scrivere per la televisione, per il teatro e per il cinema, a
collezionare Premi Oscar, Golden Globe, Orsi d'argento e altre statuette
con il fine di trasformare la vita in un racconto e il racconto nella
vita.
Tutta questa fatica la fa per una profonda fede nell'insensatezza della
vita stessa, della bellezza e della realtà: "I've never felt Truth is
Beauty, never.
I've always felt that people can't take too much reality. I like being
in Ingmar Bergman's world. Or in Louis Armstrong's world. Or in the
world the New York Knicks. Because it's not this world."
Naturalmente il suo non è mai auto movimento improduttivo e
personalmente penso di lui quello che disse di Federico Fellini: "La
dolce vita ha sconvolto la nostra concezione della realtà, il mondo non
sarebbe com'è se non fosse esistito Federico Fellini" Non sono mai ruscito ad adeguarmi al suo desiderio di sofferenza quando afferma che
"se un mio film riesce a far sentire infelice una persona in più, allora
sento di aver fatto il mio lavoro" e trovo che, fra i suoi moltissimi
ammiratori, solo Ringo Starr sia riuscito a dire di lui la cosa giusta:
"Woody Allen mi piace perché è più brutto di me".
Giuro che quando morirà farò di tutto per fingere di non piangere ma ho
paura che non ci riuscirò.
Richard Burton
(1925 – 1984)
Il Comandante dell'Ordine dell'Impero Britannico Richard Burton,
penultimo dei tredici figli di un minatore, a 8 anni fumava, a 12
incominciò a bere regolarmente, a 14 spalava merda per rivenderla agi
agricoltori, a 16 anni lasciava la scuola, a 18 si arruolava in marina
dove seppe farsi onore anche in guerra.
A 27 anni recitava l'Amleto a Londra diventando il più grande talento
del teatro inglese di tutti i tempi, nel 1957 si faceva convincere da
Humphrey Bogart a trasferirsi in America dove, tre anni dopo, veniva
invitato alla Casa Bianca dal Presidente Kennedy affascinato dalla sua
interpretazione a Broadway di Re Artù nel musical Camelot .
Incallito donnaiolo e grande bevitore, dopo aver scritto una
straordinaria lettera d'amore a Liz Taylor, per risposarla per la terza
volta, morì per un'emorragia cerebrale a 58 anni aspettando che la sua
Liz lo raggiungesse per sempre nel marzo del 2011.
Non vinse mai un Oscar, si attenne sempre a una dieta rigorosa " un
whisky e soda prima di mezzogiorno, vino rosso a pranzo, due o tre
brandy dopo il formaggio e un paio di whisky ancora prima di andare a
letto".
Chiarissime e coerenti le sue idee politiche: accusò Winston Churchill e
gli americani di aver cercato di cancellare dalla faccia della terra la
razza giapponese e dopo aver dichiarato di essere comunista nel 1976
attaccò violentemente il socialismo in un'intervista commemorativa
dell'attore Stanley Baker.
Ancora più lineare ed equilibrata la conoscenza di se stesso: in
un'intervista rilasciata nel febbraio 1975 all'amico David Lewin, Burton
rivelò di aver provato a diventare omosessuale e nella sua autobiografia
"The Richard Burtom Diaries" si dichiara un fallito perché, pur leggendo
"anche tre libri al giorno" ha dovuto "abbassarsi" a fare semplicemente
l'attore, sempre nello stesso libro confida: " il mio lavoro mi annoia
così profondamente che solo bere mi aiuta a sopportarlo"
Non ebbe l'eleganza di Hendrix che morì 28 anni, ne quella di Rimbaud
morto a 38 ma fregò alla grande Hemingway e specialmente Vasco Rossi che
alla sua ètà non si vergogna di cantare "voglio una vita spericolata //
voglio una vita come quelle dei film // voglio una vita esagerata"
convinto di essere fra quelli "che poi muoiono presto, quelli che però è
lo stesso"
Charlie Chaplin
(1889 – 1977)
Chaplin nacque solo 4 giorni prima di Adolf Hitler e dedicò a questo
signore uno dei suoi più conosciuti capolavori, scrisse nella sua
autobiografia: "Se avessi conosciuto gli orrori dei campi di
concentramento tedeschi non avrei potuto fare "Il dittatore"; non avrei
certo potuto prendermi gioco della follia omicida dei nazisti.
Ma ero ben deciso a mettere in ridicolo le loro mistiche scemenze sulla
purezza del sangue e della razza".... "Attraverso la comicità vediamo
l'irrazionale in ciò che ci sembra razionale; il folle in ciò che ci
sembra sensato; l'insignificante in ciò che sembra pieno di importanza.
Essa ci aiuta anche a sopravvivere preservando il nostro equilibrio
mentale.
Grazie all'umorismo siamo meno schiacciati dalle vicissitudini della
vita. Esso attiva il nostro senso delle proporzioni e ci insegna che in
un eccesso di serietà si annida sempre l'assurdo."
Chaplin nel 1952 decise di stabilirsi in Svizzera perché fu ritenuto
filocomunista dagli americani che gli negarono il visto per ritornare in
quella che era diventata la sua patria, in realtà non capirono la sua
impostazione liberalsocialista, disse una volta: "Sento di avere il
privilegio di esprimere una speranza.
La speranza è questa: che avremo finalmente la pace in tutto il mondo:
che aboliremo le guerre, e risolveremo tutte le differenze
internazionali al tavolo delle conferenze: che aboliremo tutte le bombe
atomiche e all'idrogeno, prima che siano esse ad abolire noi."
Alain Delon
non ha mai risolto il mistero di essere contemporaneamente un
grandissimo attore e un imbecille.
Sostenitore sfegatato del Front National di Marine Le Pen dichiara di
vivere "male in quest'epoca che banalizza ciò che è contro natura
"...."l'omosessualità è contro natura, mi dispiace, è contro natura" e
per rendere ancora più idiota e sgradevole questa sua opinione, poco
onorevole, aggiunge "siamo nati per amare una donna, per corteggiarla,
non per rimorchiare un uomo e farsi sedurre da lui".
Come è possibile che l'interpretazione di Rocco Parondi, archetipo di
bontà e tolleranza assoluta, diretta dall'omosessuale Luchino Visconti
per quel capolavoro che fu il film " Rocco e i suoi fratelli" non gli
abbia insegnato nulla, come non gli abbia insegnato nulla il doloroso e
raffinato cinismo di Piero nel film di Michelangelo Antonioni
"L'eclisse".
Probabilmente il personaggio che gli somiglia di più è William Wilson,
l'ufficialetto austriaco. cinico e sadico, che si deve confrontare con
un sosia che impersona la sua parte migliore, da lui interpretato in un
episodio di Tre passi nel delirio diretto da Louis Malle.
Dario Fo
(1926 – 2016)
Dopo essersi arruolato volontario come paracadutista nelle file del
"Battaglione Azzurro" di Tradate della neonata Repubblica Sociale
Italiana e dopo essersi sposato nel 1954 Franca Rame con rito cattolico
nella basilica di Sant'Ambrogio, lavorò alla Rai fino al 1963 quando
abbandonò il programma "Canzonissima" da lui presentato per dissidi
ideologici con quella azienda.
Dopo quella data ritornò più volte in televisione sia come attore, nel
1989 interpretò il dottor Azzecca-garbugli nei Promessi Sposi sia come
personaggio pubblico specialmente dopo essere stato insignito nel 1997
con il Premio Nobel per la letteratura. Considerato da molti un
militante della sinistra extraparlamentare aderì al Movimento 5 Stelle
scrivendo con Beppe Grillo e a Gianroberto Casaleggio, il libro "Il
Grillo canta sempre al tramonto – Dialogo sull'Italia e il Movimento 5
Stelle"- Indro Montanelli lo chiamò "poeta di corte dell'ultrasinistra"
ma in realtà ne era un po' invidioso perché Dario, malgrado tutte le
cazzate che riusciva a dire è stato un vero sacerdote della risata. Una
volta scrisse: "Il riso è sacro. Quando un bambino fa la prima risata è
una festa. Mio padre, prima dell'arrivo del nazismo, aveva capito che
buttava male; perché, spiegava, quando un popolo non sa più ridere
diventa pericoloso". Impossibile dargli torto.
Comunque mentre Indro adorava essere preso in giro Dario, davanti a
qualsiasi critica, si comportava come un bambino permaloso.
Pubblicai nel 1978 "Giullari & Fo" un saggio affettuoso ma anche
rispettoso dei canoni filologici scritto da Michele Straniero sulle
libertà interpretative che Dario Fo si concesse per il suo "Mistero
Buffo" e naturalmente non la prese molto bene.
Appare curioso il fatto che fra le motivazioni per il Premio Nobel per
la letteratura a Fo nel 1997 si legga "perché, seguendo la tradizione
dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli
oppressi", bizzarro giudizio se si pensa che i giullari erano quasi
sempre assoldati dai colti e aristocratici trovatori che si guadagnavano
l'appoggio delle corti fornendo la loro opera poetica che veniva cantata
e rappresentata appunto dai giullari
Io Fo un
Nobel a te
bla,bla,bla...coccode'
Mistero Buffo in tre atti regolamentari
senza calci di rigore ma con molte pedate.
il
virgolettato
"...",
anche se di tono tragico, appartiene ai personaggi citati,
il resto appartiene alla verosimiglianza, la parente povera dell'
Analogia.
Coro:
siamo le scatole di Luzi che girano per non fermarsi più
siamo gli olimpici tromboni, perchè facciamo rima con Raboni
Cantiamo d'un buffone che si merita un cazzotto
dal lumen lucreziano d'Andrea Zanzotto
Salvatore Carrubba (assessore alla cultura del comune di Milano):
"Faremo una festa per Dario Fo, non importa dove, purchè coinvolga
tutti. Faremo una festa perchè Fo prima di tutto rappresenta Milano."
Orfeo: vengo anch'io
Fini: no tu no
Dioniso: io son contento e tu?
Umberto Eco: anch'io sono "contento come una Pasqua. Fo è un mio
caro amico"
Raboni: "ma quei testi non sono che tracce, pretesti, canovacci
del tutto privi, non dico di valore letterario, ma perfino di un
effettiva, autonoma leggibilità"
Maurizio Gasparri: lo dicevo io che ero intelligente mi da
ragione anche il Raboni e allora "basta con l'overdose di Dario FO sugli
schermi della Rai"
Fini: ma dai Gasparri cerca di essere piu fine te lo dice Fini,
non quello dei tortellini che non capisce niente, ma io me il capo.
Gasparri: La Rai che, come anche i comunisti nella loro becera
ignoranza sanno, significa
Radio Alleanza Italica, "è un servizio pubblico, non il giardino
di casa di un fascista pentito, comunista convinto, buffone permanente,
non nel senso teatrale, ma nel senso comune "
Raboni: sono proprio d'accordo o mio luminoso ortofrutticolo
della Polis nero vestita preparerò anche per te uno scranno nei miei
pollai del Corriere Della Sera e poi perchè mai dovremmo spegnere in noi
questa grande luce che ci rischiara da duemila anni per brancolare nel
buio delle notti svedesi "Forse i bravi accademici hanno preso
semplicemente lucciole per lanterne; Tutto può essere, tutto può
succedere in questi tempi di confusione, di pressappochismo e - se mi è
consentito riciclare un vecchio termine in disuso - di qualunquismo
culturale. "
Indro Montanelli: " anch'io mi chiedo, come Raboni, come hanno
fatto dei giudici svedesi e norvegesi, comunque stranieri, a capire e
aprezzare il linguaggio maccheronico e multidialettale di Fo"
Umberto Eco: "Una volta ho visto in un teatro gremito di New
York uno spettacolo di Fo recitato da attori americani. Un successo". E
questo cosa vuol dire? "E' semplice: se uno spettatore americano
apprezza Fo senza Fo vuol dire che dobbiamo guardare i suoi testi a
prescindere dall'esecuzione teatrale. Vuol dire che sbagliamo se ci
lasciamo condizionare dal personaggio, che pure è grandissimo. I suoi
testi hanno molto rilievo nella nostra letteratura. Tutto qui".
Enzo Siciliano: "Ci vuole poco a concludere che quel premio è
andato a uno dei segni più cospicui, concreti di una significativa,
"alta" tradizione italiana di scrittura."
Carlo Bo: " non sta a me dare un giudizio critico. Io sono
soltanto un letterato." "...è inutile chiedersi se a Stoccolma hanno
scelto l'attore, l'autore o il Giullare. Fo è stato osannato nella
conferenza stampa di venerdì mattina a Milano e gli applausi superano di
gran lunga le riseve dei fedeli della letteratura"
Alberoni: ci devo pensare su, l'argomento è troppo vasto e
profondo, ma alla fine riuscirò a dipanare le nebbie lombarde che non
esistono più.
Carlo Castellaneta: anche se sono d'accordo con Alberoni
permettetemi di enunciare la sintesi del mio pensiero "Oggi per Fo credo
che il Nobel significhi una rivincita, che forse nemmeno sperava"
Raboni: la si finisca, ritorniamo alla poesia " Nel bar pieno,
fra gente / giovane che mi guarda e ti saluta, / il tuo bisbiglio
spudorato, / docile, rauco: Vuoi che te lo succhi?
Dante: "...ormai è tempo di scostarsi / dal bosco; fa che di
retro a me vegne: / li margini fan via, che non son arsi, / e sopra loro
ogne vapor si spegne." Sipario
Marcel
Marceau
(1923 –2007)
Marcel diceva che "è bene tacere ogni tanto" probabilmente perché era
d’accordo con Franz Kafka quando scrisse: "le sirene hanno un’arma
ancora più terribile del canto: il loro silenzio", non sono mai riuscito
a perdonarli quel "Non!", l'unica parola da lui pronunciata nel film di
Mel Brooks L'ultima follia! Marcel sosteneva che " tutte le arti, anche
il silenzio, hanno una grammatica. Ma prima bisogna sintonizzarsi
sull’anima: con il corpo, con il cuore, con lo sguardo"
Pensava che il teatro fosse un "effimero, vulnerabile" e che, nel suo
teatro del silenzio, l'apparizione dell´attore si dissolvesse sulla
scena: "il mimo scompare nell´ombra lasciando solo un ricordo"
Invecchiare mi è sempre piaciuto e ho sempre
dichiarato la mia età" Insomma i miracoli esistono e bisogna avere il
coraggio di rispettarli magari anche con un inchino di gratitudine.
Chico
Marx
(1887 –1961)
E’ impossibile scordarsi la sua aria da vagabondo che sotto una grande
parrucca riccia con una tromba per automobile in tasca, le giacche
troppo corte e le camicie di cattivo gusto impersonò l’immigrato
italiano che storpia l’inglese, fraintende le parole ed è sempre pronto
alle truffe e al corteggiamento delle femmine: non a caso cambiò il suo
vero nome Leonard in Chico proprio per la sua passione compulsiva per le
"chicks", le ragazze in slang americano. Suo fratello Groucho scrisse di
lui "Erano tre le cose a cui Chico era sempre attaccato: il telefono, i
cavalli e le gonnelle." e Harpo, altro suo fratello, e come lui
musicista, nel 1946 dovette produrre il film "A Night in Casablanca" per
pagarli i debiti di gioco.
Walter Matthau (1920 – 2000)
Vinse l'Oscar per The Fortune Cookie accanto al suo collega e amico Jack
Lemmon, con il quale recitò esilaranti commedie come The Odd Couple,
film tratto dalla celebre commedia di Neil Simon e mori d'infarto dopo
una lunga lotta con un cancro che gli fece dire in una intervista: "il
mio dottore mi diede sei mesi di vita; ma quando non potei pagare il
conto, me ne diede altri sei".
Philippe Noiret
(1930 – 2006).
Praticamente il più importante attore francese della sua epoca, non ebbe
la soddisfazione di beccarsi un Oscar neanche interpretando Pablo Neruda
nel film "Il postino" di Massimo Troisi.
Philippe fu in grado di recitare parti drammatiche, o sentimentali, in
maniera sublime ma è impossibile non ringraziarlo per le risate che ci
ha regalato in molti film come i primi due capitoli della trilogia di
Amici miei dove interpretò l'improbabile redattore capo di cronaca che
narra la storia di quei disgraziati del Necchi (Duilio Del Prete), del
Melandri (Gastone Moschin), del Sassaroli (Adolfo Celi) e in fine del Mascetti il grandissimo
Ugo Tognazzi. Cari Walter e Philippe mi
raccomando di comportarvi bene in paradiso!
Ettore Petrolini
(1884 –1936)
0ltre ad essere stato
"quella cosa
che ti burla in ton garbato,
poi ti dice: ti à piaciato?
se ti offendi se ne freg",
fu l'eroe della pura risata, quella manifestazione che, attraverso il
divertimento e l'allegria, cura l'infelicità.
Mio nonno, patologo cardiologo e docente di medicina antica alla Normale
di Pisa sosteneva che Petrolini e Buster Keaton avessero la capacità di
curare il sarcasmo e l'umorismo polemico rivalutando la medicina
ippocratica dell' 'umorert-rem' che chiamava umori quelli che la moderna
neurofisiologia chiama aminoacidi sintetizzati nei neuroni che una volta
trasformati in proteine, ormoni steroidei, androgeni, estrogeni e altri
derivati agiscono come neurotrasmettitori per regolare, nel bene e nel
male, l'emotività di fondo della nostra attività mentale: la serotonina
che agisce come antidepressivo, ossitocina che regola l'empatia, le
betaedorfine che sono antidolorifici naturali ma purtroppo anche il
cortisolo che può provocare depressione, apatia, immotivata euforia e
diminuzione della memoria regolando i livelli di adrenalina, generatori
dello stress e di dopamina, uno dei principali neuro ormoni responsabile
dei processi dell’apprendimento, della ricompensa, della motivazione e
del benessere.
Normalmente i comici invece di lasciarsi andare alle incongruità e alle
assurdità della vita, percependone e rappresentandone gli aspetti più
curiosi e divertenti, tendono spesso come Woody Allen ad esagerare con
l'umorismo autosvalutativo per nascondere i propri sentimenti negativi
rispetto ai propri difetti, legati a stati emotivi ansiogeni e spesso
correlati a una bassa autostima.
Altri comici, per far accettare il proprio pessimismo e la sostanziale
incapacità di proporre reali vie di uscita a questo eterno male del
vivere, trovano dei complici che si accontentino di una facile derisione
sarcastica e aggressiva di "nemici" inventati dal conformismo della
lotta politica o peggio dalle più nauseabonde credenze omofobe, razziste
o semplicemente perbeniste.
In "Allegro ma non troppo", il geniale saggio dell'economista
Carlo
Cipolla dedicato alla stupidità umana, si può leggere: "l'umorismo va
distinto dall’ironia, quando si fa dell’ironia si ride degli altri,
quando si fa dell’umorismo si ride con gli altri".
Ettore Petrolini decisamente seppe ridere con gli altri.
Mickey Rourke
Nacque il 16 settembre l'attore, sceneggiatore ed ex pugile Philip André
Rourke Jr conosciuto da tutti come Mickey Rourke, emarginato antieroe,
"sex symbol" mondiale per merito di "9 settimane e ½" con
Kim Basinger,
capace d'interpretare l'ubriacone scrittore alcolizzato Henry Chinaski
in "Barfly - Moscone da bar" come l'ostinato poliziotto per il film
L'anno del dragone diretto da Michael Cimino.
Viene spesso descritto come una
persona
ruvida e solitaria specialmente da chi non riesce a fargli le domande
giuste.
In una delle tante interviste ha dichiarato: "all'Actor’s Studio mi
ripetevano che per costruire un personaggio devi mostrare tutte le tue
debolezze.
Ma io venivo dalla strada, dove per sopravvivere devi fare l’esatto
contrario: tenerti tutto dentro e fare la faccia feroce. Insomma, vedevo
omoni piangere e disperarsi e mi chiedevo: come cazzo fanno?"
Me lo chiedo anch'io e aspetto pazientemente che continui la sua
contraddittoria carriera.
Ugo
Tognazzi
(1922 – 1990)
L'ho conosciuto, ho cucinato con lui e non mi permetterei mai di
aggiungere una sola parola a quello che disse di lui Dino Risi il babbo
di Claudio Risi. "Attore non attore, innamorato delle donne, della vita,
della buona tavola. Fece un passo difficile, dal comico al drammatico.
Molti ci provano, pochi ci riescono. A lui riuscì. Bello starci
insieme, mai un momento di noia. Vero, sincero. Anche Gassman ne era
contagiato: gli piaceva, era il contrario di lui: Ugo non sapeva quasi
mai la parte. La inventava."
Peter_Ustinov
(1921 – 2004)
Vincitore di due premi Oscar come miglior attore non protagonista per
Spartacus e Topkapi, oltre ad essere stato drammaturgo, scrittore e
regista, fu ambasciatore dell'UNICEF e in questa veste disse una frase
quasi identica a quella espressa da Charlie Chaplin che ho riportato
sopra: "Un governo mondiale è non solo possibile, è inevitabile; e
quando verrà, piacerà al patriottismo nel suo più vero e unico senso, il
patriottismo degli uomini che amano la propria nazione così
profondamente che la vogliono preservare in sicurezza per il bene
comune"
Fu anche rettore della University of Dundee in Scozia e straordinario
inventore di aforismi: "Il coraggio spesso è mancanza di saggezza,
mentre la vigliaccheria non di rado si basa su informazioni
affidabili"..."La commedia è semplicemente un modo divertente di essere
seri"..."Un ottimista è uno che sa esattamente che posto schifoso possa
essere il mondo; un pessimista è uno che lo scopre da capo ogni
mattina".
John Lennon una vita complicata
Vinicius de Moraes poeta della lontananza
Scritti su Fabrizio De Andrè e Lucio Battisti
Incontri un po' speciali:
Carmelo Bene, Roberto Benigni, Marlon Brando,
Maria Callas, Federico Fellini, Roberto Guicciardini, Marcello
Mastroianni,
Mario Monicelli, Aldo Palazzeschi, Paolo Poli, Anna Proclemer,
Ettore Scola,
Alida Valli, Luchino Visconti e Cesare Zavattini
II
mio amico Ivan Graziani
Ancora canzoni & saggio su Renato Zero:
incontri con Sergio Bardotti, Renato Carosone, Domenico Modugno,
Gianna Nannini, Roberto Vecchioni.
Note su John Lennon, Gino Paoli, Elvis Presley, Paul Simon, Rod
Stewart, Sting e Stevie Wonder
Attrici & Dive:
Joan Crawford, Greta Garbo, Eleonora Giorgi, Daria Halprin, Audrey
Hepburn.
Angelina Jolie, Nicole Kidman, Vivien Leigth, Virna Lisi, Sophia
Loren, Pupella Maggio,
Lea Massari.Mariangela Melato, Giovanna Mezzogiorno, Marilyn
Monroe, Julia Roberts
Scrittura & Cinema:
Jane
Austen, Giovanni Boccaccio, Heinrich Böll, Gesualdo Bufalino,
Albert Camus, Truman Capote, Suso Cecchi D'Amico, Agatha Christie,
Jean Cocteau, Gabriele D'Annunzio,
William Faulkner, Francis Scott Fitzgerald, Ian Fleming,
Gustave Flaubert,Tonino Guerra, Peter Handke, Milan Kundera, David
Herbert Lawrence,
Henry Miller, Eugene O'Neill, John Steinbeck, Bram Stoker, Giuseppe
Tomasi di Lampedusa, Oscar Wilde, Tennessee Williams
Il Rovescio della Medaglia, considerazioni sui luoghi comuni
Il Fingitor cotese sapere come finzione
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